L’inclusione attraverso lo sport:
un nuovo progetto sul campo con La Casa di Sophia
Tutto nasce – e non poteva essere altrimenti – da un bisogno chiaramente avvertito: il 90% delle famiglie di bambini e ragazzi iscritti a La Casa di Sophia – il servizio di prevenzione della Casa dei Ragazzi IAMA Onlus dedicato a minori da 0 a 14 anni con bisogni educativi speciali (BES) – rispondendo ad un apposito questionario somministrato loro nei mesi scorsi ha indicato lo sport quale ambito d’azione per eventuali nuovi interventi di inclusione sociale.
E proprio tra palestre e campi da gioco è dunque ambientato il progetto innovativo “SPORTabilitiamo!” lanciato nelle ultime settimane, grazie anche al contributo di Fondazione Comunitaria Lecchese che ha co-finanziato metà della spesa prevista per aprire nuove piste di integrazione sociale e di pari opportunità per bambini con disabilità, in contesto extrascolastico, grazie al coinvolgimento delle società sportive del territorio. Già una quindicina i sodalizi che, nel circondario lecchese ma anche sconfinando fuori provincia come nel caso del Rugby Velate, hanno sottoscritto una formale lettera di adesione alla proposta, rendendosi di fatto disponibili a collaborare con La Casa di Sophia per permettere agli utenti della struttura di Porchera, dai 5 ai 14 anni, di praticare il loro sport preferito accompagnati da un educatore in grado di giocare il ruolo di facilitatore per l’inserimento e il coinvolgimento del bambino con bisogni educativi speciali, conoscendone le necessità e le potenzialità, nonché di spalla anche per l’allenatore, non più lasciato solo nell’affrontare la situazione.
Ciò nella convinzione che “lo sport, più di ogni altra attività, si presti a creare contesti favorevoli al benessere psico-fisico e a favorire occasioni di aggregazione sociale: l’organizzazione in squadre, la formazione di un gruppo, l’inserimento in un contesto comune con obiettivi simili sono già premesse utili per un’integrazione possibile tra le diversità”, spiegano infatti da La Casa di Sophia, con il progetto guidato dalla coordinatrice Beatrice e affidato “sul playground” agli educatori Solange e Paolo, nuovo ingresso nel team e che coinvolge anche la psicologa Mara, figura già familiare agli iscritti al servizio, in supporto agli interventi.
Nella realtà, inoltre, la pratica sportiva è già molto motivata ad accogliere la disabilità nelle sue differenti espressioni, ma, spesso si trova a confrontarsi con le difficoltà che tale sfida pone in essere” si legge poi nella presentazione del progetto. E la risposta avuta proprio dalle realtà del territorio ne è la riprova. “Delle diverse società contattate durante l’estate scorsa, qualcuna ha portato anche delle criticità emerse da passate esperienze che ci sono state utili per calibrare il nostro intervento” aggiunge Paolo. “Quasi tutti i racconti di esperienze negative erano legati a mancanza di risorse o competenze specifiche”. Proprio in tale gap si inserisce “SPORTabilitiamo!”, grazie al sostegno di tutti coloro che hanno concorso a più che raddoppiare (5.750 €) la cifra messa a disposizione dalla Fondazione Comunitaria Lecchese, premessa necessaria per poter ottenere il contributo previsto dal bando. Tra loro ci sono aziende (che hanno contribuito significativamente), singolo donatori, i proventi della festa di Halloween promossa su iniziativa di una mamma e del Comitato Genitori della scuola primaria e secondaria di Olgiate Molgora nonchè quelli di una cena tra colleghi finalizzata proprio a raccogliere fondi a sostegno di un progetto divenuto così a supporto “corale”.
Per i bambini iscritti a La Casa di Sophia l’adesione è gratuita ed il progetto sarà calibrato poi sul singolo partecipante, aiutato anche a scegliere lo sport più adatto a lui. Quindici ad oggi i convolti, a vario titolo e con interventi più o meno cointinuativi.
Sarà qualcosa di dinamico” assicura Beatrice, parlando di un “accompagnamento globale” con consulenza anche alle famiglie e alla società sportive, oltre che, come detto, all’allenatore.
Si lavorerà per creare terreni fertili all’inclusione, tra compagni di squadra, tra genitori, all’interno del gruppo” chiosa Paolo già in tuta da ginnastica con i primi “pionieri” di un’iniziativa che vuole regalare a bambini e adulti esperienze gratificanti, sul campo e sugli spalti, dentro e fuori i palazzetti.
Alice Mandelli
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