“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita.”

Questa frase, erroneamente attribuita ad Einstein e comparsa per la prima volta su un volantino distribuito qualche anno fa a Bruxelles dall’Unione Nazionale Apicoltori francesi, racchiude un fondo di verità.
Il ruolo che le api rivestono nel nostro ecosistema è centrale, grazie al loro inestimabile lavoro di impollinazione.
Le piante che si riproducono grazie al lavoro degli insetti sono circa il 90% di quelle selvatiche ed il 75% di quelle commestibili. Se le api si estinguessero ne risentirebbe anche il nostro nutrimento quotidiano.

Proprio per questo si celebra oggi la Giornata Mondiale delle api.

Specie vitali per l’ecosistema, sono anche tra quelle più a rischio. La loro vita è minacciata da diversi fattori e dalla mano dell’uomo.
Ecco perché è nata un World Bee Day, in programma dal 2018 ogni 20 maggio: per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della protezione e della salvaguardia di questi preziosi insetti.
In questa situazione così critica, l’apicoltura si inserisce come attività sostenibile per l’ambiente, fondamentale nella conservazione della biodiversità.

Grazie alla bella collaborazione che si è attivata con il CSE Casa dei Ragazzi, abbiamo l’opportunità di approfondire questo mondo ronzante con un ospite che lo conosce molto bene: l’apicoltore Salvatore Astorino.

Ciao Salvatore, grazie del tuo tempo!
Presentati e spiegaci come nasce l’apicoltura Miele Astorino.
Mi chiamo Salvatore Astorino.
Il rispetto e la cura per la natura, la passione per le cose semplici, l’amore per l’apicoltura sono i valori che contraddistinguono me e la mia azienda.
I miei prodotti sono lavorati con professionalità, in modo artigianale, come i mestieri di una volta. Sono caratterizzati da sapori unici e confezioni originali, capaci di offrire miele sempre naturale di ottima qualità, ricavato solo dal lavoro delle mie api, privo di qualunque alterazione e lasciato come in origine.
La mia passione per il miele nasce da bambino: ho iniziato a fine anni novanta con i primi alveari, ed era un hobby, e piano piano sono cresciuto.
Nel 2012 ho aperto l’azienda a titolo semiprofessionale perché era la mia seconda attività; dal 2016 sono apicoltore professionista e svolgo questo come lavoro principale.

Quanti tipi di mieli produci e qual è il tuo preferito?
La mia apicoltura produce soprattutto miele di millefiori e mieli monofloreali di acacia, castagno, tiglio, girasole e melata.
Il mio preferito è quello di erica arborea perché è un miele molto particolare e cremoso, che ricorda i profumi natalizi della cannella e dell’anice stellato e si produce solo in alcune zone mediterranee  e in bassa Valtellina.
Inoltre mi sono specializzato nell’allevamento e nella vendita di api regine selezionate, destinate agli addetti del settore e le esporto in tutta Italia ed Europa.

Sappiamo che con il tuo miele hai vinto anche dei premi: vuoi parlarcene?
A novembre 2021 ho ricevuto per il secondo anno consecutivo le Due Gocce d’Oro per il mio miele di castagno: un prestigioso riconoscimento organizzato dall’Osservatorio Nazionale Miele.
Per l’anno prossimo punto alle Tre Gocce d’Oro!

L’apicoltore è un “allevatore” a tutti gli effetti?
Certamente! Un allevatore con migliaia di “capi”.

Come si curano/gestiscono le api?
Serve passione, dedizione e tanto lavoro.
Importante è anche cercare di informarsi e conoscere il più possibile il mondo dell’apicoltura, partecipando in prima persona ai vari incontri tematici, seminari, saloni ecc., cercando di ampliare la propria conoscenza e formazione.
A tale proposito ho appena partecipato a delle giornate studio sul conoscere e riconoscere il miele, migliorarne la qualità e apprendere il suo uso in ambito culinario.
Anche nell’apicoltura non si smette mai di imparare.

In quali altri ambiti devi essere esperto per fare bene il tuo mestiere?
Un apicoltore deve essere esperto di botanica e deve conoscere bene le varie fioriture, conoscere il territorio nel quale opera e in più deve essere in grado di riconoscere lo stato di salute delle api, studiando le varie malattie che possono colpire un alveare.

Le api e tutti gli impollinatori sono finalmente riconosciuti come fondamentali nella conservazione della vita, ma sono a rischio, cosa ne pensi? Qual è la tua esperienza diretta rispetto alla loro presenza? Quale può essere il contributo di un apicoltore nel preservarli?
Quando il genere umano mette il suo zampino altera gli equilibri delle cose, producendo spesso danni. Cosa possiamo fare noi apicoltori? “Solo” il nostro lavoro: accudire le api al meglio delle nostre capacità cercando di assecondare le loro esigenze.
Io, per esempio, evito di portare le api nei territori dove c’è una presenza rilevante di pesticidi o di sostanze che possono avere degli impatti negativi sulla loro salute. Mi impegno a preservare il loro stato di salute anche a discapito di una parte del reddito.

E, infine, la domanda che ci coinvolge in prima persona: come nasce e in cosa consiste la tua collaborazione con Casa dei Ragazzi IAMA Onlus?
Il tutto nasce da una serata in pizzeria con un’amica che lavora per il CSE Casa dei Ragazzi.
Sono stato piacevolmente sorpreso nello scoprire che gli Utenti del CSE sono molto abili nel decorare e creare oggetti; mi sono fatto ispirare e ho chiesto loro di stupirmi proponendomi alcuni esempi di decorazioni che potessero abbellire i miei vasetti di miele.
Tutto ciò mi ha consentito di creare una nuova linea di prodotti da poter mostrare ai miei clienti.
Le bomboniere hanno incontrato il loro gusto e mi hanno permesso di soddisfare richieste per comunioni, cresime, battesimi e matrimoni, offrendo un nuovo servizio.
Sicuramente la parte decorativa è un valore aggiunto al mio lavoro e all’impegno che metto nel preparare il mio miele.

       

Pensi di ampliare questa collaborazione?
Perché no? Ho mille idee che mi ronzano per la testa. E, oltretutto, ora so di poter contare su un gruppo di lavoro instancabile!

Grazie all’Educatrice del CSE Manuela per la bella intervista.