Un altro giorno è iniziato qui, a La Casa di Sophia; sono al computer che scrivo quando arriva a salutarmi Luca, un ragazzino curioso pieno di domande.
“Cosa stai facendo Mary?”.
“Ciao Luca, sto preparando un articolo su una giornata importante: il 20 novembre, l’anniversario dell’approvazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.”
“Che cos’è una Convenzione? Che cos’è un diritto?” Mi chiede impaziente.
“Grazie, che belle domande! Insieme possiamo capire perché è importante questa giornata, vediamo se trovo le parole… La Convenzione è un accordo che hanno preso i capi di Stato dei diversi Paesi, per prendersi cura di tutti i bambini.”
“Un accordo? Un accordo è come quando dobbiamo decidere le regole prima di iniziare un gioco?”
“Esatto, proprio così! hai trovato un bell’esempio. Queste regole però sono speciali, si chiamano diritti, principi fondamentali per tutti i bambini. Gli adulti sono chiamati a rispettarli per il bene dei più piccoli e per ricordarsi quanto siano preziosi e vadano protetti.”
“Anche io allora sono prezioso?” “Sì Luca, tu e tutti i bambini che “abitano” il nostro servizio lo sono!”.
Questa chiacchierata mi fa pensare a come noi abbiamo bene in mente quali siano i diritti dei bambini. Nel 2014 abbiamo infatti aperto La Casa di Sophia, quale progetto volto a supportare le famiglie di bambini con bisogni educativi speciali, nel complesso compito a cui sono chiamate.
Lo scopo primario del nostro lavoro quotidiano è proprio quello di sostenere il diritto del bambino ad avere cure speciali che sappiano valorizzare l’unicità di ogni singolo individuo.
La Casa di Sophia, integrandosi nella promozione di un’educazione personalizzata (come suggerito dalla Convenzione stessa), supporta l’emergere delle risorse individuali, la costruzione del sé, l’autonomia personale, con l’obiettivo di facilitare la partecipazione alla vita della comunità dei bambini iscritti e delle loro famiglie.
In quest’ottica fra le attività che proponiamo – che si articolano tra laboratori espressivi, sport e momenti lavorativi in Fattoria – la maggior parte mira a far sperimentare ai bambini momenti di gioco (diritto imprescindibile), offrendo a tutti strumenti per poter interagire con gli altri, tessere relazioni positive e conoscere il mondo che li circonda.
Puntiamo molto sul gioco perché, nel suo essere per definizione momento di svago e leggerezza, riesce a circoscrivere uno spazio e un tempo in cui i bambini si possono sentire liberi di esprimersi e vivere esperienze reali di crescita condivisa.
Il ruolo di noi adulti, come parte attiva, è quello di aiutare ogni bambino a dare voce a quelli che sono i suoi pensieri e le sue opinioni per aiutarlo a rendersi consapevole e autonomo nella comunicazione di sé ed entrare in una relazione sempre più stimolante, autentica e rispettosa. Attraverso la relazione di fiducia e il dialogo continuo, poi, possiamo aiutarlo a conoscersi e a partecipare alla costruzione della sua identità.
Ma se è vero che “una società che vuole veramente proteggere i suoi bambini, deve cominciare ad occuparsi dei genitori”, come diceva j. Bowlby, allora per noi diventa importante tenere presente quanto anche la famiglia debba essere sostenuta nel progetto di formazione dell’identità dei loro piccoli.
Per questo poniamo molta attenzione alle famiglie, con proposte dedicate, per aiutarle a riconoscere le risorse genitoriali presenti, conoscere i supporti presenti sul territorio e sentirsi parte di una collettività inclusiva. La rete dialogante è da sempre il terreno privilegiato su cui poggia il nostro lavoro: questa rete, come una ragnatela, permette di collegare tra loro famiglie, scuole e territorio con l’obiettivo di concretizzare il diritto all’educazione globale di ogni bambino.
Ecco riassunto, come Casa di Sophia prova a mettere in pratica nel suo piccolo la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza stilata dall’ONU nel 1989 e ancora oggi attuale, con la consapevolezza che ad ognuno di noi è richiesta maggior cura e attenzione verso chi ha in sé il seme del futuro, perché possa sentirsi libero di essere chi desidera e rispetti l’altro, non solo oggi, ma ogni giorno dell’anno.